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Organizzazione e conflitto per un rilancio dei Giovani Comunisti

Pubblichiamo l’articolo del Compagno Luca, appena eletto nuovo Coordinatore

Sabato 23 Gennaio si è svolta la IV Conferenza dei Giovani Comunisti di La Spezia.

La conferenza, a cui si è avuta un’alta partecipazione soprattutto dei più giovani, ha visto una stimolante discussione con al centro il ruolo dei Giovani Comunisti e il loro rilancio nell’attività politica. L’attuale condizione della giovanile comunista, decimata nei numeri e incapace di una azione politica su scala nazionale, rappresenta in molte situazioni l’anno zero dei GC.

A La Spezia questa analisi non si può applicare integralmente vista l’attività degli ultimi anni, che ha visto i Giovani Comunisti attivi sia all’interno del partito ma anche soprattutto all’esterno facendosi portavoce di numerose lotte, in primis nell’ambito studentesco.

Ad ogni modo anche nella realtà spezzina abbiamo assistito nell’ultimo periodo ad una situazione di stallo dell’azione politica dei GC, dovuta forse a un calo di entusiasmo e partecipazione parallelo alle vicende ultime del partito. La conferenza offre quindi l’occasione per un riassetto e per un rilancio dei giovani che non può e non deve attendere oltre.

Rilancio che passa per i temi classici della lotta: scuola, lavoro, immigrazione, antifascismo.

Se su alcune tematiche i GC sono da sempre impegnati, basta ricordare in tema di antifascismo l’impegno in prima linea di molti compagni attivi nelle varie sezioni ANPI e nell’associazionismo antifascista, oppure l’ultima iniziativa in tema di immigrazione con la Scuola Popolare d’Italiano per Migranti (SPIM) istituita nel circolo di Sarzana da diversi mesi e che vede una partecipazione attiva e oltre a svolgere una fondamentale mediazione culturale e linguistica tende a concepire le sedi del partito (ormai, sempre più chiuse) come indispensabili presidi e luoghi della militanza attiva.

La grande assenza va invece riscontrata nei luoghi di lavoro, veri e propri luoghi del conflitto.

Eppure tornare a porre al centro il lavoro è la sola via per garantire la sopravvivenza e l’utilità in Italia di un progetto comunista. In una situazione economica disastrosa, che vede un alto livello di tensione sociale dovuto al un numero massiccio di licenziamenti causati dalla crisi e alla sempre maggiore precarizzazione del lavoro emerge più che mai la necessità di una forza comunista in grado di offrire un’alternativa di sviluppo radicalmente diversa.

Ciò deve avvenire rilanciando il radicamento sociale del Partito e dei Giovani Comunisti e la presenza nei luoghi del conflitto, creando coordinamenti tra i compagni presenti sui luoghi di lavoro con vertenze simili, al fine di socializzare le lotte per ricreare una coscienza di classe che mai come in questi anni è arrivata al suo minimo storico.

Proprio su questi argomenti deve avvenire la tanto richiesta unione tra le varie forze anticapitaliste. Un’unione che non deve essere una semplice operazione elettorale o politicista, ma una vera unità d’azione sui contenuti a partire da una pratica politica che mette al centro il conflitto di classe e che sappia fare piazza pulita di ogni scivolamento neo-moderato. Per fare tutto questo c’è bisogno di un lungo e duro lavoro e della capacità di saper riconoscere i propri compagni di strada.

Luca Marchi

Categorie:Giovani comunisti
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